“Per questa ragione sei salpato: per smettere di vivere da inopportuno, ovvero senza un porto dove essere  chi realmente sei. E per non importunare, per non confondere, disorientare chi davvero ami, ciò in cui  davvero credi. Per non vagabondare più spaesato, ma per trovare un paese, una terra per i tuoi pensieri.

Senza preavviso, senza essere annunciato da alcun vento, ci sarà sempre un mare che, paziente, ti porterà a  compiere quel gesto arcaico proprio di ogni essere umano: varcare la soglia e fare un passo oltre. Anzi, dentro la tua vita. Dentro di te.” 

Cosa è la Psicoterapia

— La misura eroica, Andrea Marcolongo

Questo è la psicoterapia, un viaggio.

Un viaggio che si sceglie di intraprendere spinti dal bisogno di avere altro per sè.

Quando ci si sente in balia dei venti o, al contrario, bloccati nella bonaccia; in ogni caso, spaesati senza tracce da seguire e senza posti dove stare. Quando si sente di non funzionare in un modo buono per sé e con gli altri, quando il corpo porta un malessere che non trova altra forma di espressione. Quando non ci si sente più, quando si è perso il contatto con se stessi. Quando non si hanno parole per narrare la propria storia. 

Questo può accadere ad ogni età e in ogni momento della vita. Ci sono passaggi di crescita o accadimenti della realtà che possono risultare particolarmente sfidanti: portano fuori rotta, feriscono. E ripartire da soli non sembra possibile: serve un nuovo sguardo, una nuova relazione.

Ecco che diventa necessario uno spazio-tempo dove essere accompagnati a osservarsi e ascoltarsi, a ristabilire il contatto con il proprio mondo interno e con quello esterno, a sviluppare nuove risorse o rimettere in gioco quelle bloccate. Un spazio-tempo per esplorare e studiare con qualcuno nuove rotte e tornare così a viaggiare.

Ciò che rende possibile tutto questo nello spazio-tempo della terapia è l’incontro e la relazione con la persona del terapeuta che si fa portatrice di uno sguardo nuovo, curioso e di cura; offre ascolto alle parti più dolenti. Non si tratta di ricevere una nuova mappa dal terapeuta ma di disegnarne una nuova insieme.

Ma anche i bambini?

Sì, anche da bambini può non essere tutto semplice. Può esserci una certa difficoltà ad entrare nel mondo, ad aver a che fare con le cose della vita dentro e fuori di sé. Impararsi e imparare.

Il disagio psicologico dei bambini è, al pari di quello degli adulti, qualcosa che riguarda le emozioni, gli affetti, le relazioni e merita di essere curato in modo tempestivo evitando così che lasci tracce troppo profonde o trovi espressione in forme di malessere più acute poi.

Non sempre è facile perché il linguaggio con cui i bambini dicono di una loro fatica è diverso da quello che usano gli adulti: passa per il corpo, l’azione, il comportamento. Si fa necessario un ascolto specializzato e uno sguardo attento e rispettoso, in un lavoro di rete con il bambino e chi si prende cura di lui.

Un percorso per ogni viaggio personale